Mica tanto bene, in realtà. A casa Muccino non stanno affatto tutti bene. In occasione delle nozze d’oro della coppia Alba (Stefania Sandrelli) e Pietro (Ivano Marescotti), una tribù di parenti si reca sull’isola di Ischia a far festa, si fa per dire. In realtà ciascuno offre il peggio. Più che l’ultimo bacio, stavolta Muccino dà l’ultimo pugno in faccia, ripetendo stereotipi da fiction RAI, in un festival di gelosie, liti, ripicche. Dopo la festa, tutti vorrebbero e dovrebbero rientrare in serata nelle loro città, ognuno con i suoi impegni. Ma un’improvvisa mareggiata blocca arrivi e partenze dei traghetti. La già fragile armonia presto si frantuma e tornano a galla inquietudini, gelosie, tradimenti. E c’è anche un inaspettato colpo di fulmine, mentre il mare in tempesta continua a rumoreggiare per tutta l’isola. “Il mare d’inverno”, cantava Loredana Berté. Qui invece i brani sono tanti, questo film sarebbe potuto essere quasi un musical, i protagonisti hanno imparato a memoria diverse canzoni. Si parte con Gianmarco Tognazzi al pianoforte con Bella senz’anima, si prosegue con “Dieci ragazze”, “Margherita”, per passare poi ad “A te di Jovanotti, che sottolinea tutta l’incomunicabilità e i problemi mai risolti della coppia Sabrina Impacciatore – Giampaolo Morelli. Muccino lavora con un gruppo di attori, tutti molto bravi, in effetti il cast è quasi il meglio oggi del cinema italiano. Al vortice di isterismi e vecchi rancori familiari riescono a sottrarsi in pochi. Restano gli sguardi un pò in disparte di Elettra (Valeria Solarino), quelli persi di Sandro (Massimo Ghini) che ha perso la memoria, i sogni di fuga verso spazi lontani di Diego (Giampaolo Morelli), di Paolo (Stefano Accorsi) e di Isabella (Elena Cucci). Ma la mareggiata sembra portarsi via tutto. E quando si comincia ad affezionarsi a qualcuno dei personaggi, il film è quasi finito.

Dopo “L’ultimo bacio”, “Ricordati di me” e “Baciami ancora”, con questo “A casa tutti bene” Muccino chiude la tetralogia di un cinema familiare sull’orlo di una crisi di nervi. Pure, con questo film il regista rispolvera il metodo “Ettore Scola” (La terrazza”, “La famiglia”) con tanti personaggi, e attori famosi, chiusi in un unico luogo, all’interno del quale si creano i conflitti, dove l’istinto prevale sulla ragione, come negli scontri tra Carlo (Pierfrancesco Favino) e Ginevra (Carolina Crescentini).

Come detto, non stanno tutti bene i personaggi di Muccino. Anzi, stanno tutti peggio, pieni di collera e di astio. In questo versione nostrana de “Il Grande freddo”, tutti sono contro tutti. Spesso il cinema serve per evadere dalla realtà, per sognare; oppure per vedere anche il nostro presente, la nostra realtà che non ci piace, ma ci piace nel film, se paragonata alla terribile negatività della storia che vediamo. Dopo un film come “A casa tutti bene”, la nostra vita di tutti i giorni diventa meglio del cinema. E non la vita facile e fatta di piaceri, ma proprio quella piena di seccature. Se si riesce a fuggire da Ischia, anche a nuoto, pure una martellata sulle dita può diventare improvvisamente un sollievo.

 

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