Il regista Kevin Connolly mette in scena il film “Gotti”, un biopic del “padrino” John Gotti, con protagonista John Travolta nei panni del boss di Cosa Nostra a New York. Il film è arrivato nelle sale americane dopo un lungo travaglio durato sette anni. Ben quattro registi si sono avvicendati alla guida del film durante il suo difficoltoso cammino. Nomi come Al Pacino e Joe Pesci hanno mollato, strada facendo. Quest’ultimo addirittura ha intentato una causa da tre milioni di dollari nei confronti della produzione. Insomma, qualcuno avrebbe potuto anche cogliere questi come segni premonitori e chiudere il progetto, invece si è voluto a tutti i costi fare uscire questo film. E adesso che il film è uscito i problemi continuano, infatti regista e cast stanno affrontando dure critiche dalla stampa. Qualcuno è arrivato a scrivere che si tratta del peggiore film mai fatto sul tema mafia. Il sito specializzato Rotten Tomatoes gli ha assegnato un fantastico 0%….In ogni caso giudizio unanime: il film è un disastro. E dopo averlo visto non ci sentiamo di dissentire troppo. Un gangster movie trascurabile. Però al pubblico, in America, il film piace……

La storia ci racconta la carriera criminale di Gotti dagli anni settanta fino alla sua morte, avvenuta nel 2002 in carcere, dove stava scontando l’ergastolo. John Travolta interpreta un personaggio controverso: da una parte un buon (??) padre di famiglia, colpito da un lutto dolorosissimo quale è la morte di un figlio. Dall’altra uno spietato malavitoso, capace di uccidere a sangue freddo. Questo bello esempio di vita Gotti lo stava dando ad un altro suo figlio, John Gotti jr., che nel film è interpretato dall’attore Spencer Lofranco. Nonostante un inizio di carriera sulle orme del padre, il piccolo John si è poi dissociato dal crimine organizzato, dopo aver scontato 11 anni di prigione, ed ora è un uomo libero. Ad interpretare Victoria, la moglie di Gotti senior, è la stessa moglie di Travolta, Kelly Preston. A ricreare le atmosfere dell’epoca anche la colonna sonora curata da Pitbull. Buona comunque la interpretazione di John Travolta. Meno buona quella degli altri attori.

Il film narra una storia di mafia americana esattamente come ce la aspettiamo, secondo cliché ormai iper-collaudati e visti. Ed inoltre troppi sviluppi, tradimenti, (presunti) colpi di scena, troppi avvenimenti condensati nelle canoniche due ore del film.

Uno dei motivi per cui la critica americana ha di fatto stroncato il film potrebbe essere il fatto che che, giustamente, si è sentita anche disturbata dall’omaggio di cattivo gusto costituito dalla lunga sequenza finale, con immagini d’epoca, del funerale di Gotti a Brooklyn: il lungo corteo, le corone di fiori, gli omaggi al boss, le interviste alla gente che parla di Gotti come di un santo protettore del quartiere e della città. Si poteva evitare.

 

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