Asghar Farhadi, gran regista iraniano già premio Oscar 2012 come miglior film straniero (“Una separazione”), questa volta con questo suo film girato in Spagna, un thriller classico, racconta il rapimento di una bambina di cui tutto il paese forse è corresponsabile. In un nido di vipere familiari, molto presto diventa chiaro allo spettatore che il colpevole si annida lì dentro.

Discrete le interpretazioni del trio di attori protagonisti: Bardem – Cruz – Darin. Javier Bardem ormai una certezza nello spazzolarsi una ampia gamma di generi, dal drammatico, come in questo caso, fino a punte di commedia, fino a Woody Allen. Penelope Cruz, forse la piu’ bella attrice del mondo in questo momento, per la quale ragione nessuno è in grado di dire se è anche brava a recitare. E Ricardo Darin (chi non lo ricorda nel capolavoro “Il segreto dei suoi occhi”, Oscar 2010 come migliore film straniero?) qui in verità autore di una performance meno eclatante.

In “Tutti lo sanno”, girato per la prima volta da Farhadi in lingua spagnola dopo il ciclo di film iraniani, non e’ difficile riconoscere lo stile del regista tutto incentrato in sparizioni e separazioni: per esempio, il mistero della sparizione c’era già in “About Elly”, la prolissa tristezza che si parla addosso in “Una separazione”, il thriller noir alla ricerca di una giustizia lontana ne “Il cliente”. Questa volta un giallo, fatto ancora una volta di sparizioni e separazioni e dialoghi all’interno della famiglia, che è il solito nucleo di tutte le storie di questo regista.

Nel racconto, una ragazzina (Irene) arrivata dall’Argentina in un piccolo villaggio in Spagna con la mamma Laura (Penelope Cruz) per il matrimonio della zia, scompare proprio nel giorno della festa, tra balli e sorrisi, uomini alticci e musica folk, temporali e black out della luce. Quale filo lega peccati e rimorsi di un pezzo di società in questo paesino spagnolo? Che si tratti di rapimento è chiaro dagli sms ricevuti dalla madre, con riferimenti a un fattaccio di anni prima, ma la ricerca dei colpevoli non deve estendersi fino a chissà dove, il marcio è più vicino. Presto si capisce che la coppia apparentemente felice è in realtà un bel triangolo che si perde nel tempo, fra meschinità che coinvolgono gli eredi. Infatti, prima del rapimento, appena arrivata in Spagna, in un apparente clima di serenità Laura ritrova i parenti e l’ex innamorato Paco (Javier Bardem), che nel frattempo si è sposato. Anche il marito di Laura, Alejandro (Ricardo Darin), inizialmente rimasto in Argentina per non meglio precisati impegni di lavoro, raggiungerà Laura in Spagna dopo lo scoppio della tragedia, quando la figlia della coppia viene rapita. E mentre giungono i messaggi dei sequestratori, la famiglia allargata si squassa in un lessico familiare che vira decisamente al brutto, zeppo di recriminazioni, tra antichi rancori, controversie mai chiarite, segreti, gelosie, invidie.

Anche se parte della critica non lo ha gradito, possiamo dire invece che “Tutti lo sanno” è ancora un bel film. Però si può notare che la maggiore libertà di cui ha goduto il regista in questo suo film “europeo” rispetto ai suoi lavori iraniani in cui era obbligato, causa censura, a dire e non dire, filtrare, sottindendere, sussurrare concetti, lo porta qui invece a dire e mostrare tutto esplicitamente, forse troppo, in un mix di generi (dramma familiare, giallo, noir) che a volte va fuori strada.

 

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