Buona questa opera prima del regista e scrittore catanese Massimiliano Russo, con un thriller psicologico ben congegnato, in concorso in questo rinato (diciamo pure resuscitato, con merito di chi è riuscito in tale impresa) festival del cinema di Taormina. Molto buona l’accoglienza in sala alla fine della proiezione, presenti regista e alcuni attori.
Stefano Belfiore (l’attore Alberto Mica), psicoterapeuta, riceve i pazienti nel suo studio a Catania. Un’umanità varia (a dir poco) si alterna sul divano di questo giovane professionista che, inizialmente entusiasta del suo lavoro, cerca di dare serenità ai pazienti e soprattutto cerca di instaurare con loro un rapporto di fiducia . Ma succedono almeno due imprevisti: il dottore accetta di prendere in cure due sorelle, andando contro i consigli del suo personale psicoterapeuta e mentore che suggeriva di non farlo. E poi c’è un paziente, con il suo stesso nome di battesimo, il quale durante le sedute in studio crea una situazione strana, quasi un gioco perverso di sfida al dottore, tirando in ballo a sorpresa le due sorelle di cui abbiamo detto, le quali, inoltre, durante le loro sedute, singole e di coppia, trasmettono l’una le fragilità psichiche dell’altra (“Transfert”, appunto). L’equilibrio delle sedute si destabilizza, sia quelle tra Stefano e il suo omonimo, che quelle tra Stefano e le sorelle; per non parlare del rapporto, personale e professionale, che precipita tra Stefano ed il suo terapista/supervisore. Fino al sorprendente finale in cui il regista scioglie i nodi del thriller.
Questo avvincente noir psicologico affronta le pratiche dell’inconscio, quindi l’animo umano viene sviscerato alla grande, per poi anche risalire a fatti accaduti durante l’infanzia, con esperienze emozionali non correttamente eleborate; ma il regista è bravo a non entrare nei dettagli tecnici delle metodologie di lavoro della psicanalisi, si limita a raccontare una storia che coinvolge persone che ruotano attorno a questo studio di psicanalisi.
Ottima l’attrice Paola Roccuzzo nella parte di Letizia, una delle due sorelle. Minima la scenografia, originale la fotografia dai colori sbiaditi, in coerenza con la storia, e in contrasto quindi con la solita bellissima cinematografica Catania di sole, mare, Etna.