Un film che si ispiri a una graphic novel potrebbe lasciare perplessi i non addetti ai lavori o coloro che non hanno dimestichezza con questo tipo di espressione artistica.
E invece no; una volta compreso come la trasposizione non sia solo un dettaglio o una via di mezzo fra i due linguaggi, ma una idea geniale realizzata magnificamente nei minimi particolari, ci si immerge senza ritegno nel plot!

Quindi in questo “5 è il numero perfetto”, scritto, sceneggiato e diretto da Igort (Igor Tuveri), seguiamo la storia del camorrista Peppino Lo Cicero ( Servillo) cui uccidono il figlio e che si sente nuovamente chiamato in causa per vendicarlo, è una continua e perfetta trasposizione delle tavole disegnate, fedele e minuziosa nei particolari anche graficamente: gli schizzi e le pozze di sangue, le pallottole che bucano i vetri, le pistole che fumano, gli spari che illuminano il buio, le pose irreali dei protagonisti nei conflitti a fuoco; finanche l’auto, che nelle fattezze spigolose di una Bianchina anni ’60 ripropone la classica automobilina dei fumetti; sono tutti dettagli di una accuratezza e una precisione unica che non ci fanno scordare l’origine della storia, ma nemmeno abbandonano il terreno cinematografico.
La silhouette in controluce del protagonista, quasi sempre immerso in notti piovose e strade deserte di una Napoli surreale e molto fumettistica, come certe riprese dall’alto o gli scambi di pistolettate dove nessuno pensa a ricaricare le armi, sono godibili e autoironiche, anche grazie alla interpretazione di Servillo e Buccirosso, molto compresi nei loro rispettivi ruoli e costretti a dialoghi lapidari e definitivi tipici della graphic novel, dove solo grandi attori sanno destreggiarsi senza apparire ridicoli o fuori posto.
Meno convincente Valeria Golino, appare un po’ spaesata nel personaggio di una pupa del gangster sui generis, molto casalinga e napoletana, in ciabatte e vestaglia e poco disinvolta negli atteggiamenti stereotipati del personaggio.

Finale a sorpresa, perché la storia nera c’è, e avrà un suo epilogo inatteso
Mentre quasi ce ne eravamo scordati, completamente rapiti da un linguaggio cinematografico nuovo e acuto.
Da vedere senza preclusioni e pregiudizi, è divertente, intelligente e ben fatto.

By manu52

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